La Celebrazione della Candelora
La prima testimonianza della festività é raccontata da Eteria nel Pellegrinaggio in Terra Santa: “Il quarantesimo giorno dopo l’Epifania, qui (a Gerusalemme), è celebrato con grande solennità. In quel giorno si fa una processione (= affluenza numerosa sì fedeli) all’Anastasis (= Basilica sul luogo della morte e della risurrezione) e tutti vi partecipano; ogni cosa si compie con grande festa, come a Pasqua. Predicano tutti i sacerdoti e pure il Vescovo, commentando sempre quel passo del Vangelo nel quale si dice che Giuseppe e Maria, il quarantesimo giorno, portarono il Signore al Tempio, e che Simeone e la profetessa Anna, figlia di Fanuele, lo videro, e si ricordarono delle parole che essi dissero alla vista del Signore e l’offerta che i genitori fecero. Dopo aver compiuto tutte e le cerimonie usuali, si celebrano i Misteri e avviene il commiato” (ed. Città Nuova, Roma 2000, pag. 146).
Da Gerusalemme la festività si diffuse in tutto l’oriente e in particolare a Bisanzio. Con l’imperatore Giustiniano I divenne giorno festivo e assunse il nome di Ypapanté (= incontro del Signore). All’inizio del V secolo, Cirillo d’Alessandria comincia a parlare di lumi. I monaci bizantini, poi, diffusero in occidente la festività e fu accolta anche da Roma nel numero delle sue feste.
La benedizione e l’uso delle candele accese sembra siano nati in Francia verso il decimo secolo, preceduti dalla benedizione del fuoco, come a Pasqua. Roma accoglierà i lumi più per ragioni pratiche che per intuizioni liturgiche: si doveva attraversare Roma, di notte, da S. Adriano a S. Maria Maggiore.
Il carattere mariano della festa fu introdotto da papa Sergio.
Il 2 febbraio scorso, la Candelora è stata celebrata in Aversa, presso la Chiesa di S. Maria a Piazza, alla presenza della comunità parrocchiale e di una folta rappresentanza di Dignitari e Cavalieri dell’Ordine Sovrano Militare del Tempio di Jerusalem.
Scritto da r.g