DIECI ANNI DOPO
Sono trascorsi ormai dieci anni da quell’11 settembre che segnò il momento esatto della Storia in cui il mondo sprofondò nell’orrore, squassato dal sordo, inimmaginabile boato che scosse dalla fondamenta New York e l’intera umanità. Dopo dieci anni, tuttavia, la ferita inferta alla coscienza collettiva provoca ancora fitte lancinanti.
Tutti ricordano l’attacco alla città-simbolo degli Stati Uniti, gli aerei usati come mezzi di distruzione di massa nel tentativo di gettare nel caos una Nazione intera, la sfida lanciata da sanguinari terroristi all’Occidente inteso come espressione di una civiltà da odiare e da combattere ad ogni costo. Nessuno potrà dimenticare i tanti, innumerevoli morti senza un perché, crudelmente costretti a scegliere tra le fiamme o il vuoto, ricoperti da macabre ceneri lattiginose che trasformavano vittime e soccorritori in fantasmi disperati.
In quell’inferno scricchiolante di cristallo, in quell’oceano di macerie, tuttavia, dai fondali della coscienza collettiva, riaffiorò prepotentemente l’umanità, con tutta la forza della generosa solidarietà che circola, per istinto di conservazione, tra le creature viventi, nel momento estremo del pericolo.
Ricordiamo con affetto ed emozione i tanti eroi di quella devastante giornata:i Vigili del Fuoco di New York, gli appartenenti alle Forze dell’Ordine della metropoli americana che accorsero al primo allarme radio ai piedi delle Twin Towers, le persone angosciate per la sorte dei propri cari. Molti di loro non esitarono a slanciarsi lungo i corridoi invasi dal fumo e dalla cenere, gridando per farsi sentire, per annunciare la salvezza a chi era intrappolato in quel groviglio di metallo, vetro e cemento. Molti di loro non tornarono più indietro. I loro nomi, scanditi ogni anno a Ground Zero, ci riportano ad attimi di vero dolore.
La barbarie terrorista colpì con furore cieco uomini e donne di diverse nazioni, di differenti idee religiose e politiche, tutti impegnati nella quotidiana lotta per l’esistenza, in una giornata come tante,divenuta poi lo spartiacque della storia contemporanea. Lo smarrimento del popolo americano non durò molto. L’indignazione delle libere nazioni del mondo isolò i terroristi nel loro orrore, bollandoli come autori di crimini contro l’umanità.
La fisionomia del mondo, da quel giorno, è mutata, come tutti sanno. Le tradizionali libertà personali hanno subito un affievolimento in favore delle accresciute esigenze di sicurezza, la diffidenza tra i popoli è aumentata, come l’intolleranza , la violenza, il ricorso alla guerra. E’ mutata anche la fisiologia dei rapporti umani,più difficili da rinsaldare con un dialogo reale e costruttivo, ma è anche aumentata la consapevolezza che con la violenza si crea solo altro dolore. Questo è il messaggio che i Cavalieri Templari intendono sottolineare e trasmettere agli operatori di pace e cultori di un rispettoso dialogo interreligioso e multiculturale.
Ogni religione, infatti, parla ai propri fedeli di pace, di tolleranza, di rispetto per l’altro; la religiosità dell’individuo è un diritto fondamentale, connaturato alla persona e la sua espressione deve essere libera e rispettata. L’odio non può offuscare le coscienze e la ragione degli esseri umani. Il sangue dei propri simili non può essere sparso nascondendosi dietro ideologismi sterili. Questo è l’insegnamento tratto da quanto è successo nel mondo dopo l’11 settembre di dieci anni fa.
Ne sono successe di cose: tutti conoscono gli avvenimenti ormai consegnati alla Storia snodatisi lungo un decennio di lotte tra ideologie diverse, per motivazioni politiche, economiche, religiose, per sete di potere.
Nel gorgo immane delle trasformazioni geopolitiche in atto nel mondo, non vi è però solo il male ad alimentarne l’energia. E’ presente anche il Bene, con la forza costante e serena degli uomini di buona volontà di tutte le religioni, le idee politiche, che con determinazione avvertono la responsabilità morale nell’affrontare le piccole ma essenziali sfide del quotidiano.
E’ su questa immane energia positiva che occorre far leva per contrastare i disegni di quanti perseguono la distruzione dell’umanità. E’ dal ricordo degli eroi di quel lontano 11 settembre che possiamo parlare di speranza in termini convinti, di futuro in termini concreti e di pace con la sicurezza negli occhi e nel cuore.
E’ da questo che dobbiamo ripartire per riscrivere la storia condivisa del mondo, prima che le tenebre possano oscurarlo. Abbiamo il dovere e la necessità di consegnarlo luminoso alle future generazioni.
Armando Pannone