34° Capitolo d’Investitura Templare a Portici
Si terrà nella Buona Terra di Portici il 34° Capitolo di Investitura Templare nella chiesa di San Pasquale Baylon, a Piazza San Pasquale 12, Portici (NA)
Il Rito
Per i postulanti il primo il raduno è sabato 2 novembre 2019 presso il Priorato Generale d’Italia a Portici (NA) in Piazza San Pasquale 10, dove riceveranno l’addestramento, e dopo la messa vi sarà l’inizio della Veglia d’Armi nella Sala Capitolare dell’Ordine.
Il 3 novembre 2019 era previsto nel complessi Monumentale si Santa Maria del Pozzo, ma a causa di problemi logistici e di impegni improrogabili del Complesso di Somma Vesuviana, il 34° Capitolo di Investitura Internazione si terrà nella chiesa di San Pasquale Bayolon a Portici (NA), adiacente al Quartier Generale dalle 18.00 vi sarà il raduno dei Postulanti con l’addestarmento, la Santa Messa in suffragio dei caduti in ogni Tempo ed Ogni Luogo, e l’elevazione alla Dignità Cavalleresca dei Postulanti
Note storiche della chiesa di San Pasquale Baylon a Portici
Le chiese di fondazione francescana-alcantarina non erano generalmente dotate di organo, bensì solo di “armonium”, poiché i Frati Minori Alcantarini erano molto essenziali e rigidi cultori della povertà. Così è stato anche per la nostra chiesa di S. Pietro d’Alcantara in Portici (dal 1974 anche parrocchia di S. Pasquale Baylon e dal 2017 anche santuario diocesano) fino al triennio 2004-2007.
In questi anni, il guardiano del tempo, P. Cirillo Lombardi, con la sua sensibilità musicale e la sua caratteriale caparbietà, volle questo organo di 931 canne, a cura della ditta “Ponziano-Bevilacqua”, che fu inaugurato il 21 aprile 2007.
Dopo 12 anni, a causa dell’usura del tempo e del clima particolarmente umido del Granatello, esso necessitava di un restauro, che è stato eseguito dalla ditta “Fontana”.
Stasera, con il presente concerto, a cura del M° Mons. Vincenzo De Gregorio e del nostro giovane organista Ciro Montella, i Frati Minori riconsegnano lo strumento restaurato alla comunità ecclesiale locale: esso a buon titolo appartiene al patrimonio spirituale ed economico della stessa.
Il 33° Capitolo a Somma Vesuviana
Note storiche del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo
Nella frazione di Santa Maria del Pozzo c’è la chiesa che porta lo stesso nome; il complesso formato dalla chiesa e dal monastero di Santa Maria del Pozzo sorge sulle costruzioni più antiche della chiesa inferiore, costruita da re Roberto d’Angiò nel 1333 per ricordare l’incontro tra Giovanna (erede al trono di Napoli) con Andrea (figlio di Caroberto, re d’Ungheria) nella località denominata “i prati di Nola” e identificata con il territorio ad oriente del palazzo reale della Starza della Regina, cioè di Santa Maria del Pozzo. La chiesa fu dedicata a “Nostra Donna” e successivamente questo nome fu trasformato in “Madonna dello puzzo”, per il pozzo che si trovava nei pressi della chiesa.
Nel 1488 un’alluvione causò gravi danni alla chiesa che rimase sepolta sotto fango e pietre. Fu la regina Giovanna III d’Aragona, nei primi anni del XVI secolo, a volere la costruzione di una nuova chiesa con annesso convento sopra quella più antica, che non fu però demolita. La regina, nel 1510, affidò il magnifico complesso con l’assenso del Papa Giulio II ai frati di San Francesco. Nel 1575 il monastero venne consacrato dal vescovo di Lettere e Gragnano e venne dedicato alla “Santa Vergine dell’Annunziata”, nonostante il popolo continuasse a chiamarlo “Santa Maria del Pozzo”. Del resto tale è rimasto il nome del luogo della vasta zona che circonda il complesso religioso. La chiesa inferiore, con la costruzione di quella superiore, venne impiegata a codifica cimiteriale per le famiglie gentilizie e dei frati cartesiani della grancia di Somma del convento di San Martino.
All’inizio del XVII secolo l’interno del complesso subì numerose trasformazioni e le originarie linee gotiche furono coperte con pesanti sovrastrutture barocche. Risale infatti al settecento la facciata barocca, fatta demolire nel Novecento nel corso di uno sprovveduto tentativo di ripristinare quella originaria. Il convento fu ampliato nella seconda metà del XVIII secolo, divenendo anche luogo di cultura: nella sua biblioteca si trovavano molti testi del XVI secolo. Vi scaturirono lo studio delle arti e fu realizzato un importante lanificio, per soddisfare le esigenze dei religiosi della provincia.
Con le leggi per la soppressione degli ordini religiosi, intorno al 1860 i frati Francescani furono costretti ad abbandonare il monastero che, divenuto comunale, fu adibito a lazzaretto durante l’epidemia di colera del 1884.
Nel 1920 la chiesa venne dichiarata monumento nazionale. Nel 1921 l’amministrazione comunale concesse per 29 anni i locali del convento (esclusa la chiesa) al “Comitato napoletano dell’Opera Nazionale per gli orfani dei contadini morti in guerra” che vi istituì una fiorente colonia agricola. L’anno successivo iniziarono i lavori di restauro per ripristinare l’originario aspetto gotico. Nel 1941 infine i frati Francescani, ritornarono in possesso del convento.
Photogallery – 33° Capitolo di Investitura Templare
Photo by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com — Archivio TempalrNews.com