Una giornata particolare quella di Piazza San Pietro stamattina, dove la nebbia e l’umido di questo inverno strano, mite (e forse tenderà al gelo nei prossimi giorni) accoglie i fedeli in Piazza San Pietro.

Si stanno per svolgere i primi funerali di un Papa Emerito, il primo a dimettersi dopo 698 anni, il primo di cui si ha conoscenza di una coesistenza “pacifica” con un altro Pontefice nella storia della Cristianità.

Una cerimonia semplice ed una cassa semplice, come per il Santo Pontefice suo predecessore (Giovanni Paolo II), ma senza quel vento tumultuoso che accompagnò l’ultimo saluto.

Con Ratzinger si chiude un lungo percorso di un papato il cui più alto magistero è stato quello del silenzio, ma si apre anche una nuova stagione in cui il Pontefice è sia Papa spirituale che Sovrano assoluto della chiesa, ma al quale puà chiedere auiuto e consiglio anche al suo predecessore, almeno da Ratzinger in poi.

Il Papa Emerito è stato anche il papa scrittore più prolifico della storia con oltre 1.200 lavori scientifici in particolare nella visione di fede e scienza.

Forse sarà (e lo spero che sia) proclamato Dottore della Chiesa, titolo che tra gli altri hanno avuto San Bernardo da Chiaravalle ed il “nostro” Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.

L’eredità teologica è immensa, e sarà oggetto sia per questo Pontefice (Papa Francesco) che per i prossimi, di approfondimento e di studio, che tanto ha dato alla Chiesa e che ha “salvato”, già in tempi non sospetti, il Concilio Ecumenico Vaticano II, dalle derive interpretazionistiche troppo “liberiste” (dovute anche alla interpretazione faziosa della Popolorum Progressio di Papa Paolo VI del 1967, post conciliare).

Le questione aperta delle dimissioni

Quello che rimane aperto è la questio sul prerogative ed il recinto in cui si deve muovere il Papa Emerito (termine coniato ufficialmente nel Nel 1417, dopo la morte di Papa Gregorio XII, il suo successore, Papa Martino V, lo nominò Pontefice Emerito di Roma, ma è satato usato in vita con con Benedetto XVI) e la valenza della sua parola come debba essere interpretata.

Un vulnus giuridico non da poco, poiché del tutto inesistente nella Chiesa antica e moderna post conciliare, e, soprattutto (ed aggiungo paradossale), in antitesi con gli ultimi giorni e volontà di Giovanni Paolo II che s’impose fino alla fine dei suoi giorni, come dimostrazione del dolore e della fede al servizio del Magistero Petrino (pur di fatto essendo “impedito” nella suo ultimo periodo di regno spirituale e temporale).

E la domanda che è il rompicapo interno alla Dottrina: è giusta la visione di Woytila o di Ratzinger, cioè Papa fino alla fine o Papa a termine, fino a quando le forze glielo consentono?

Fiumi di inchiostro si sono versati su chi sia il vero Pontefice e sulla Sede Impedita (per altro previsto dal diritto canonico), ma per chi  ha osservato il Vaticano in questi 10 anni, e quella sera a Castel Gandolfo, il 28 febbraio 2013, il dubbio non esiste, il vero Papa è quello regnante, ovvero Papa Francesco.

Ma il problema resta e dovrà essere affrontato.

Anche Papa Bergoglio, di recente, ha firmato le sue dimissioni nel caso non sia più capace di portare avanti il suo Ministero Petrino, e forse, la dipartita del Papa Emerito, lascia finalmente lo spazio ad un nuovo Papa Emerito. (dal MONTITORE NAPOLETANO.it)