Portici – Il Templarismo e la festa di San Giovanni – Il Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Jerusalem 1804 – Photogallery
Uno dei giorni più cari ai templari è la festa di San Giovanni Battista (24 giugno) che accomuna sia L’Oridne di Malta (ex San Giovanni Ospedaliero) il più famoso erede dell’Ordine del Tempio di Gerusalemme (noto come Ordine Templare) sia per le congreghe che si richiamano ai principi scritti da San Bernardo da Chiaravalle fondatore dell’Ordine cavalleresco.
Nella Città Metropolitana di Napoli a Portici, in Piazza San Pasquale (la Granataello, dove di trova la più antica stazione ferroviaria d’Italia) esiste la sede del Priorato Generale d’Italia dell’Ordine del Tempio di Jerusalem 1804, nel Convento di San Pietro di Alcantara.
Come riportato dal loro sito,
l’Ordine aveva una sola provincia templare in Italia, chiamata
“Apulia”, che era la XIII in ordine di costituzione. Successivamente si
formarono due province: una chiamata “Lombardia o Italia”, che
raggruppava le regioni centro-settentrionali e la Sardegna, ed una
chiamata “Puglia”, comprendente le regioni meridionali e la Sicilia. Nel
rispetto della costituzione dell’Ordine, ogni provincia veniva retta
da un Maestro che era a capo di numerose precettorie di case templari
distribuite sull’intero territorio nazionale.
Una confusione, tutta
italiana, databile intorno al 1700 e riconducibile alla comparsa delle
Consorterie Massoniche con le quali l’Ordine, sia storico sia moderno,
non ha mai avuto collegamenti diretti, è riscontrabile in riferimento
al titolo di Gran Maestro, titolo che non è mai appartenuto alla tradizione Templare.
In diversi momenti storici, i templari italiani furono preposti, dal
papa o dalle autorità civili, al comando di fortezze, castelli, intere
aree geografiche o vennero deputati a svolgere funzioni delicate,
ricoprendo ruoli ecclesiastici e politici di rilievo. Complice, in molti
casi, era la posizione stessa delle case templari italiane,
geograficamente ben collegate con la Terra Santa o vicine alla residenza
del Papa. Difatti, fu proprio la vicinanza alla sede papale che rese
S. Maria dell’Aventino di Roma il centro politico/strategico
dell’Ordine.
Una mappa dei maggiori insediamenti sul territorio italiano indica come luoghi di forte presenza templare:
• le città di Asti, Milano, Treviso, Verona, Moncalieri, Osimo e
Napoli (Doganella), considerate zone di grande importanza strategica;
• le grosse aree di snodo come Bologna, Piacenza, Perugia, Matera, Potenza e Cicciano di Nola;
• i porti di Venezia, Genova, Pisa, Brindisi, Messina, Civitavecchia, Barletta e Pozzuoli.
L’organizzazione dell’Ordine
Templare italiano prevedeva la stessa suddivisione di ruoli illustrata
precedentemente, comprendendo:
• i cavalieri che,
anche se non tutti di discendenza aristocratica, erano a conoscenza
delle arti del combattimento; questi indossavano tuniche, cotte e
mantelli bianchi con croce rossa a otto punte sulla spalla sinistra,
all’altezza del cuore
• i sergenti o fratelli d’arme che indossavano mantelli neri a croce rossa
• gli scudieri, giovani
che attendevano alle necessità dei cavalieri e che diventavano
cavalieri solo in via eccezionale a seguito di grandi atti di eroismo
e/o di nobiltà d’animo
• i fratelli di mestiere o serventi
• i turcopoli
• i cappellani
Ogni precettoria, che reclutava i suoi membri a livello locale, veniva amministrata in modo da essere perfettamente autosufficiente ed in grado di provvedere ad un surplus produttivo (alimenti, bestiame, denaro) da inviare ai fratelli combattenti in Terra Santa che, al contrario, quando rientravano sul suolo nazionale, portavano con sé le novità socio-culturali acquisite in terre lontane.
Nei due secoli di vita attiva
dell’Ordine (1118-1312), il contatto con civiltà più progredite offrì
ai templari l’opportunità di appropriarsi di nuove conoscenze in
svariati campi, rendendoli pronti ad un concetto ecumenico di vita che
permeava la loro disponibilità d’animo, all’avanguardia per l’epoca, ad
accettare la mescolanza socio-culturale che, nel contempo, favoriva
l’arricchimento epistemologico dovuto all’intreccio con culture e
religioni diverse.
Quando la persecuzione si abbatté sull’Ordine nel 1307, anche i vescovi italiani, come quelli europei, ebbero l’ordine di istruire processi inquisitori, ma pochi furono gli arresti in Italia dove, dopo i processi e la soppressione dell’Ordine, calò uno spesso velo di silenzio. Molti dei documenti templari, gelosamente custoditi in archivi riservati, furono distrutti per proteggere la figura dei pontefici, incolpati dallo stesso Dante, da più fonti riconosciuto come templare.
Abbiamo avuto l’occasione di poter assistere alla celebrazione di nuovi cavalieri nella festa solenne di San Giovanni ilò 24 giugno, e di seguito riportiamo la photogallery
Giovanni Di Cecca dal MONITORE NAPOLETANO
Photogallery
Photo, Courtesy, by Giovanni Di Cecca / MagnaPicture.com — Archivio Storico dicecca.net – MONITORE NAPOLETANO