34° Capitolo di investitura Templare a Portici
Si è concluso domenica 3 novembre 2019 il 34° capitolo di investitura Templare nella buona Terra di Portici, nella parrocchia di San Pasquale Baylon, adiacente il Quartier Generale dell’OSMTJ Gran Priorato d’Italia.
I postulanti che hanno concluso il cammino di accesso alla dignità cavalleresca, sono stati ammessi al Tempio e sono diventati cavalieri.
Ma che significa oggi essere Templari?
Molte persone si fermano davanti le apparenze, forse desuete, del mantello, della spada, o del rituale dei quattro elementi primordiali che mette in correlazione il microcosmo dell’uomo con il macrocosmo della Natura
Usando le parole del grande architetto romano Marco Vitruvio Pollione (noto semplicemente come Vitruvio) descrisse nel De Architetura: «Uno dei sette sapienti, Talete di Mileto, indicò nell’acqua il principio di ogni cosa, Eraclito nel fuoco, i sacerdoti magi nell’acqua e nel fuoco, Euripide…nell’aria e nella terra. Pitagora in verità, Empedocle, Epicarmo e altri filosofi della natura sostennero che gli elementi primordiali sono quattro, aria fuoco terra acqua.»
In verità non è solo questo, non è un tesserino o una spada o un mantello, ma sono il risveglio dei valori sopiti del nostro tempo, come la fratellanza, la solidarietà, la disciplina, l’onestà sia intellettuale che materiale, il coraggio di affrontare le sfide che si pongono davanti, ed il coraggio di vincerle senza essere ostentatamente orgogliosi delle vittorie.
Semplicemente, i valori a cui tutti gli uomini dovrebbero ispirarsi.
Poi esiste anche il fascino che hanno tutti gli ordini cavallereschi, che nel corso dei secoli, per mezzo anche dell’opera narratoria che ne hanno enfatizzato il mito come i romanzi di Chrétien de Troyes che inventò il ciclo bretone (Perceval o il racconto del Graal, Yvain il cavaliere del leone, Lancillotto o il cavaliere della carretta, Erec e Enide, Cligès), o la più famosa Chanson de Roland, scritta da un certo Turoldo, che pare essere stato un monaco cristiano vissuto intorno l’anno 1000, ma di cui non ci è giunta storiografia.
L’Ordine Templare incarna tutto questo appena descritto ed un quid in più.
Jaques de Molay scegliendo di morire sul rogo (l’Ordine non pensò mai di combattere altri cristiani per liberarlo, perché la regola lo impone), si trasfigurò da Pauper Commilitonem Christi, a figura mitologica, e con esso trasfigurò l’Ordine, i suoi costumi, le sue regole (scritte da San Bernardo da Chiaravalle).
Il fascino è marketing, la sostanza è l’azione dei cavalieri che si muovono nella società, facendosi promotori di quei valori.
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Photo by Salvatore Di Cecca / MagnaPicture.com — Archivio TemplarNews.com